Chi vuole smettere di fumare le sigarette tradizionali, da un decennio a questa parte, ha una possibilità in più: passare alla sigaretta elettronica. In principio sembrava essere la scoperta del secolo, ma qualche anno fa è stato lanciato l’allarme sulla presunta pericolosità delle sigarette elettroniche. Non sono tardati ad arrivare i moniti lanciati da questa o quella società scientifica, ma di fatto, come stanno davvero le cose? Davvero le sigarette elettroniche sono pericolose o si tratta di un allarmismo eccessivo?
Sigarette elettroniche, pericolo o no?
La sigaretta elettronica sarebbe, secondo alcuni studiosi, pericolosa. Aumenta il rischio di cancro – addirittura – più delle sigarette tradizionali. Secondo altri, invece, danneggerebbero il dna. Parole pesanti che possono davvero fare paura, inducendo quindi a restare ancorati alla sigaretta tradizionale, che invece è certamente dannosa, senza se e senza ma. Già da qui sorgono diversi dubbi sul fatto che queste affermazioni possano essere un tantino allarmistiche o che, ipotizziamo, possano essere eventualmente favorevoli a una politica di marketing delle multinazionali del tabacco.
Dubbi leciti, sia chiaro, ma preferiamo basarci sui fatti. Che prove ci sono sulla dannosità delle sigarette elettroniche? Partiamo da un semplice ragionamento. Le sigarette elettroniche sono arrivate sul mercato da circa un decennio, un po’ poco per avere a disposizione degli studi completi ed esaustivi. Tuttavia, qualche studio c’è, ma solo sui topi, accontentiamoci. E qui nasce la diatriba tra medici statunitensi e medici italiani.
Gli studi americani
Gli studi americani sono stati condotti sui topi. Nello specifico, lo studio della New York University, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, ha rilevato che i topi esposti ai vapori delle sigarette elettroniche hanno livelli più elevati di danni al dna rispetto a topi non esposti a vapori delle e-cig. Non solo, i danni sarebbero rilevabili ai polmoni, alla vescica al cuore. In più, sempre per quanto riguarda i topi esposti, questi hanno una minore capacità di riparazione del dna. Questi studi, però, stridono col parere di altri medici italiani.
Il parere dell’esperto italiano
Secondo Ricardo Polosa, docente presso l’Università di Catania, ma anche fondatore e direttore scientifico della Lega Italiana Anti Fumo (Liaf), lo studio americano avrebbe diversi limiti. Tanto per cominciare le condizioni riprodotte nello studio sarebbero esasperate e favoriscono pertanto la produzione di sostanze tossiche. Sulle sigarette elettroniche ha invece le idee chiare: producono una quantità di sostanze cancerogene nettamente inferiore a quella delle sigarette tradizionali nella misura del 95% in meno.
Naturalmente si devono sempre scegliere prodotti conformi e di qualità, dagli atomizzatori, come per esempio il ijoy limitless, ai liquidi, meglio evitare il fai da te e, soprattutto, si deve controllare bene la provenienza.