I bar arrivati in Italia negli anni ’50 e ’60 sono la derivazione di esercizi per la somministrazione delle bevande tipicamente americane. Nel nostro paese hanno ricevuto negli anni una particolare personalizzazione che ormai li rendono tipici del food end beverage Made in Italy. Un bar è un buon investimento per fare reddito e richiede una serie di elementi basici per poter iniziare. Questi punti di partenza sono determinati sia da quello che il mercato e la clientela richiede da questa tipologia d’esercizio, ma anche da imposizioni di natura legislativa e autorizzativa. Non bisogna poi trascurare tutti i costi per le licenze e per gli arredi. Proviamo a elencare quanto costa aprire un bar e come funziona.
Gli ostacoli più grandi, soprattutto per chi non ha grande esperienza nel settore, sono le pratiche per ottenere le autorizzazioni e i costi per l’avvio: comprese quelli per il locale e per la merce.
I primi costi
Diciamo subito che per iniziare servono fondi per allestire il locale e anche per la gestione e per gli allacci delle utenze. Prima di partire è consigliabile farsi aiutare per redigere un business plan per pianificare costi, benefici e probabili ricavi, oltre a verificare opportunità del luogo dove installare l’attività, ma anche ostacoli e i concorrenti.
Lo studio serve a verificare anche quello che è giù offerto sul territorio e come potersi diversificare e proporre delle alternative.
Un documento di questo tipo ha un costo di media intorno ai 1.000 € se fatto da un professionista.
Costo di avvio
La spesa è variabile e dipende se l’attività viene realizzata partendo da zero o se l’esercizio viene rilevato da un altro proprietario.
Nel primo caso il costo è più basso, ma sono ingenti i passaggi, il tempo impegnato e gli anticipi necessari per l’allestimento con apparecchiature e arredi, design, scelta dei fornitori, operazioni pubblicitarie e scelte di marketing per acquisire e attrarre clientela prima d’iniziare a generare ricavi.
I costi diretti per le spese e il tempo utilizzato per far partire il locale, prima di guadagnare, si aggirano tra i 40.000 e i 60.000 €.
Quando si rileva un bar già avviato si ha un’attività pronta all’uso, con locali già a norma, mentre i costi di partenza da corrispondere al proprietario originario sono ingenti e variabili a seconda della zona, da luogo e dal fatturato dimostrato.
In alcune zone d’Italia si può rilevare un bar per 100.000€, in altre ci vogliono anche milioni di euro.
Vediamo nel dettaglio alcune spese
L’acquisto o il fitto del locale sono un costo importante che dipende dalla metratura e dalla localizzazione.
Poi ci sono i costi accessori dovuti agli adeguamenti strutturali, funzionali e la spesa aumenta in base al numero di operazioni necessarie.
I costi aumenteranno proporzionalmente in base al numero di interventi, ristrutturazioni ed adeguamenti necessari per mettere a norma il locale, in base alla visibilità e al conseguente canone di affitto, alla metratura che influirà sia sul numero di attrezzature e arredi necessari che sui costi inerenti le utenze e il personale.
Stima di massima dei costi dell’investimento
Per aprire un bar partendo tutto da zero serviranno almeno 100.000 euro. Un bar rilevato da altri, costerà minimo il doppio.
I costi per aprire un locale ex novo sono i seguenti:
– circa 10.000€ per le spese burocratiche e la promozione;
– per le attrezzature 30.000/40.000 €;
– per gli arredi è possibile un costo variabile intorno ai 20.000€;
– la stessa cifra per designer e adeguamenti;
– almeno 10.000€ di esposizione delle prime riforniture di materia prima.
In Italia ci sono diverse forme per finanziare una buona idea d’impresa, oltre al sistema bancario tradizionale ci sono i comuni, le regioni, i fondi statali e quelli europei.