Le infezioni materni possono condurre nelle prime dodici settimane ad aborto spontaneo. Le donne che più facilmente vanno in contro ad aborto da infezioni sono quelle che soffrono maggiormente di cistiti o infiammazioni croniche a carico di vagina ed utero.
Queste condizioni prima di una gravidanza possono generare una sintomatologia caratterizzata da:
- perdite abbondanti e spesso maleodoranti
- dispareunia ovvero dolore durante i rapporti sessuali
- prurito intenso che porta anche a lacerazioni da grattamento ed un senso cronico di pesantezza al basso ventre.
Durante le prime fasi della gravidanza i batteri creano un ambiente sfavorevole per l’embrione, causandone una prematura morte dello stesso e l’interruzione della gravidanza. Tra i batteri più temibili per la salute dell’embrione i Micoplasma, la Clamidia e l’Ureaplasma.
Cosa fare? Il trattamento consiste nell’effettuare degli specifici esami per prevenire gli aborti, in particolare si esegue un tampone del collo dell’utero, a seguito del risultato, se positivo per infezione batterica viene prescritta una terapia antibiotica specifica per il tipo di microrganismo, da estendere anche al partner e della durata di circa una o due settimane.
Conclusa la terapia antibiotica si effettua di nuovo un tampone per avere la sicurezza di aver debellato il microrganismo, eradicata l’infezione la possibilità di portare a termine una gravidanza torna sovrapponibile a quella di una qualsiasi donna di pari età.
ABORTO IMMUNOLOGICO
L’aborto immunologico è poco frequente e colpisce solitamente individui che già sanno di soffrire di malattie autoimmuni o disfunzioni a carico della ghiandola tiroide. Si verifica a causa di anticorpi diretti contro il prodotto del concepimento, anticorpi che danneggiando i vasi sanguigni che nutrono l’embrione ne causano la prematura morte.
I sintomi con cui si manifesta l’aborto immunologico sono simili a quanto descritto fino ad ora, quindi sanguinamento, dolore al basso ventre, improvvisa scomparsa di tensione al seno ed altri.
La diagnosi si effettua con un semplice esame per prevenire gli aborti,si esegue una ricerca nel sangue finalizzata alla ricerca di anticorpi antinucleo, anticorpi anticardiolipina ed anticorpi diretti contro la ghiandola tiroide. La diagnosi ci serve per mettere in atto una serie di strategie e condotte terapeutiche utili a ridurre il rischio di aborto spontaneo nelle gravidanze successive.
Allo stato attuale della ricerca in campo medico-scientifico non esiste una cura diretta ed efficace mirata ad eliminare gli auto-anticorpi prodotti si può però agire in senso di favorire una corretta irrorazione della placenta somministrando per tutta la durata della gravidanza acido acetilsalicilico, il principio attivo della comune aspirina.
Se l’esame del sangue avesse evidenziato la presenza di anticorpi anti cardiolipina è indicata la somministrazione nell’ultimo trimestre di gravidanza di eparina.
Grazie a queste semplice strategie la possibilità di portare a termine una gravidanza risulta grandemente maggiore.