Nel momento in cui viene a mancare un familiare, tra le diverse incombenze cui dare luogo, vi è anche quello di procedere alla gestione del patrimonio che eventualmente il defunto ha lasciato ai suoi eredi. I passi da compiere sono diversi, anche nell’ipotesi in cui vi sia un pieno accordo sulle persone che beneficieranno del cosiddetto asse ereditario. Molto spesso infatti si hanno diverse difficoltà su come bisogna muoversi con i diversi enti pubblici per portare a termine il processo di successione.
Partiamo innanzitutto con lo stabilire che una persona in vita non può stabilire che il proprio patrimonio sia devoluto interamente a favore di uno o più persone in quanto le disposizioni di legge prevedono che una determinata parte dello stesso sia comunque destinata agli eredi legittimi (che vengono appunto definiti legittimari) e che nell’ipotesi in cui la destinazione del patrimonio superi la quota a loro prevista, possono anche agire legalmente per vedersi riconosciuta la quota di loro spettanza. Vediamo quindi cosa prevede la legge in caso di successione.
All’atto del decesso di una persona, il patrimonio di quest’ultimo viene trasferito agli eredi in due diverse modalità:
- per testamento (successione testamentaria)
- per legge (successione legittima)
Bisogna precisare che non tutti i diritti si trasferiscono agli eredi in quanto alcuni di essi si estinguono con la morte della persona, come ad esempio quelli personali. Quelli che invece si trasferiscono ad altre persone prendono il nome di eredità e i beni vengono assegnati in base ai due tipi di successione sopra indicati.
Nella successione testamentaria, se la persona defunta aveva redatto testamento pubblico, olografo o segreto, il patrimonio, nei limiti della quota legittima sarà trasferito alla persona o alle persone indicate nel testamento. Nel caso invece in cui il defunto non abbia effettuato testamento, il trasferimento dell’eredità avviene secondo le modalità stabilite dalla legge, ai suoi parenti. In questo caso, l’ordine con il quale sarà effettuata la suddivisione dipende dal rapporto di parentela.
Altro elemento da chiarire riguarda il comportamento degli eredi i quali nel momento in cui si vedono assegnata una parte dell’eredità hanno tre possibilità:
- accettare l’eredità
- non accettare l’eredità
- accettarla con beneficio di inventario
Nel primo caso, l’erede accetta non solo la massima attiva dell’eredità ma anche quella passiva, ossia gli eventuali debiti a carico del defunto per i quali risponde non solo con i beni ereditati ma anche con i propri. In caso di rifiuto dell’eredità perde invece ogni diritto sulla stessa e ovviamente anche ogni dovere.
Con l’accettazione con beneficio di inventario, invece, l’erede con un’apposita dichiarazione chiede che sia effettuato un inventario dell’asse ereditario; la conseguenza in questo caso di accettazione è quella che l’erede mantiene la qualifica di creditore e di debitore nei confronti del defunto e che per gli eventuali debiti del defunto, non risponde anche con i propri beni personali ma esclusivamente con quelli che derivano dall’asse ereditario.
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